Browsing AuthorLino Garbellini

@facebook.com vizi e virtù

La creazione di un account con il dominio del famoso social media è un modo per semplificare le comunicazioni dell’utente o per controllarlo?

Facebook consentirà a breve la creazione di un account email con dominio @facebook.com, il servizio – denominato Messages – verrà introdotto gradualmente e per ora solo negli Stati Uniti.
Non è un servizio di posta elettronica – come ha precisato Zuckerberg durante la presentazione a San Francisco – e “non è un email killer” come avevano pensato tutti stando alle indiscrezioni.
Invece, l’intenzione di Zuckerberg  è quella di centralizzare le comunicazioni dell’utente – SMS, e-mail, chat e social network – in un unico account. Un’idea che fa diretta concorrenza a Google e rappresenta un salto in avanti nell’uso del social più popolare.
Messages consentirà anche l’invio di messaggi ai Gruppi, oltre all’impostazione di filtri per il controllo sulle persone da cui ricevere comunicazioni. Sarà possibile impostare tre categorie di mittenti “Solo amici”, “Amici di amici” e  “Tutti”.
Considerato che ci sono persone che pensano che Internet sia Facebook e altre che hanno iniziato a utilizzare la Rete solamente perché ormai non ne potevano più di sentir parlare gli altri del famoso social network questo passo in avanti da un lato semplifica la vita di questi utenti dall’altro rappresenta un tentativo da parte di Zuckerberg di integrare la quasi totalità della vita on-line dell’utente e delle comunicazioni sotto il suo cappello.
In un’epoca in cui il flusso delle informazioni è più che rapido e sovradimensionato, in cui spopolano gli aggregatori per selezionarle e gestirle, una semplificazione del processo da parte di un network che vanta 500 milioni di utenti è presumibilmente destinato a un futuro più che roseo anche se rappresenta l’ennesimo gradino verso l’addio alla privacy.

Vita dura per le aziende che non capiscono il Web marketing

Philip Kotler, uno dei  padri del marketing moderno, si confronta con le difficilissime tecniche della digital communication  e dei social network. Lo fa con un libro che traghetta le strategie tradizionali nel pianeta digitale dove l’effetto “coda lunga” punisce e premia senza mezzi termini le scelte delle aziende.

Chiediamoci, come fanno molti guru del pianeta digitale, se l’uso del Web marketing e dei social network è un fenomeno “modaiolo”. O se cambierà per sempre le relazioni tra imprese-prodotti-comsumatori. Lo spunto per queste riflessioni arriva da un testo scritto da Philip Kotler, Hermawan Katajaya e Iwan Setiawan: Marketing 3.0 (Edizioni Il Sole 24 Ore Libri – prezzo € 22,50).

Kotler e gli altri autori immaginano un marketing basato su  meccanismi emozionali e spirituali,

il così detto marketing esperienziale, che rappresenta la terza fase del processo evolutivo dopo il marketing 2.0.

L’attenzione in questo ambito non è rivolta ai prodotti, ma riguarda in modo ancora più diretto

e coinvolgente il consumatore e la sua user experience che si deve focalizzare sulla relazione tra privato e marche. Nel libro troviamo delineata una strategia che comprende alcuni dettami come “trattare i clienti con amore e i competitor con rispetto”, “essere pronti alla trasformazione e al cambiamento”, “Rendere i valore chiari e supportarli”, “focalizzarsi sul segmento che può dare i maggiori benefici” , “praticare prezzi onesti per far comprendere la propria qualità” , “aiutare i potenziali clienti a raggiungere l’azienda e i suoi prodotti” e “vedere ciascun business come un servizio, perché ogni prodotto è legato a un servizio”.

Il libro in maniera non troppo organica e chiara, delinea un quadro interessante e davvero credibile di come si sta evolvendo il mondo del marketing basandosi sui principi chiave del Web 2.0 ed è una prova di come in realtà non solo il Web marketing non sia una semplice stampella del marketing tradizionale, ma anzi sia in grado di delineare e porre le basi per tendenze del prossimo futuro.