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The North Face Ultra Trail

Milano, 16 marzo 2014 – The North Face rimane fedele alla filosofia minimalista e realizza una scarpa perfetta per gli atleti top ed i runner leggeri e competitivi. In compenso però il modello è MOLTO poco versatile.

La Ultra Trail (130 euro) pesa 246 grammi, ha dei bellissimi colori sgargianti e una calzata comoda ed aderente grazie alla tomaia in airmesh traspirante senza cuciture. La suola con un differenziale di 16 mm/8 mm offre un buon grip, è adatta a terreni misti (su neve, fango e asfalto), è poco idonea invece ad un ambiente prettamente montuoso, con sassi o roccia. Nonostante lo spessore della suola ridotto ai minini termini, questa scarpa – rispetto ad alcuni modelli precedenti di Tnf – regge bene le lunghe distanze.

Il sistema Cradle è in grado di dare al runner una buona protezione ed un buon supporto alla caviglia, la linguetta è comoda e morbida.

La Ultra Trail offre un movimento naturale, la soletta non è rigida, permette ad ogni passo di sentire il terreno ed avere un buon feeling.
Sconsiglio questa calzatura trail a chiunque abbia un appoggio non neutro, piedi sensibili o un passo lento, meglio optare per un modello più strutturato e protettivo. In altra parole laUltra Trail è una scarpa perfetta per una nicchia molto ristretta di persone (leggere, allenate, senza dolori a schiena e ginocchia), per tutte le altre può essere un lasciapassare diretto per l’ortopedico. Il consiglio è: ”
maneggiare con cura”, oppure indossarle per andare a passeggio, a modi Sneakers.

 La Pagella

PRO: comoda e leggera

CONTRO: di nicchia

Qualità/Prezzo: **/5

Comodità: *****/5

Velocità: *****/5

Estetica: ****/5

Innovazione: **/5

Totale: ***/5

#cityrunners: prima sgambata

Monza, 25 gennaio 2013 – Il sole splende la mattina di sabato 25 gennaio e finalmente si corre con il progetto di Adidas #cityrunners. È il secondo appuntamento in vista della Milano City Marathon, l’unico rimpianto è dover correre al chiuso in una giornata invernale presa in prestito dalla primavera.

L’atmosfera è carica d’entusiasmo e di emozione, la diversità delle persone coinvolte – per preparazione fisica, atteggiamento e modo di essere – ricorda le scene iniziali de la “Compagnia dell’Anello” di Tolkien, prima della partenza da casa di Frodo. C’è chi non ha mai corso in vita sua, chi si confronta sugli ultimi “tempi” in maratona, chi pensa che il running sia solo fashion con tanto di immancabili pose alla Belen e chi pensa di essere troppo arrugginito per finire un “mezza”. Il tutto in un confuso via-via di runners che si vestono o cambiano la taglia della loro t-shirt.

Runing Smile

Quello che mi colpisce è il sorriso sempre pronto dello staff, la disponibilità e l’organizzazione quasi impeccabile. Ho già vissuto situazioni simili e la voglia del brand di coinvolgere giornalisti, blogger o semplici runners in un progetto spesso si scontra con dei limiti logistici o con la scarsa disponibilità al dialogo dello staff, troppo intento nel suo lavoro. Questa volta sembra diverso, manca solo un ulteriore passo nella direzione digital: maggiore condivisione degli accout Twitter di tutti i partecipanti, istruttori compresi o liste Twitter dedicate. Una gradita sorpresa in questo senso c’è, sul sito #cityrunners è arrivato il wall con tutti i post dedicati a questo hashtag provenienti dalle diverse piattaforme.

Dopo una breve introduzione alle attività, è la volta di un passaggio alla bilancia e due chiacchere con la nutrizionista Elena Casiraghi. Per chi ha sempre poco tempo come me, il lungo riscaldamento e lo stretching con coach Rondelli è un toccasana. L’impressione generale è che tutto questo entusiasmo sia contagioso e mi possa portare a migliorare il mio personal best sui 10k (39 minuti per la cronaca).

Prossimo ritrovo per i #cityrunners previsto per sabato 8 febbraio con il mental coach Patrizio Pintus e un nuovo allenamento. Stay tuned, stay #cityrunners.