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Brooks Transcend

Milano, 17 febbraio 2013 – La moda delle calzature minimaliste sembra sia finalmente tramontata, con buona pace degli ortopedici. Fortunatamente non si può dire lo stesso per quanto riguarda le scarpe da running che consentono un movimento naturale del piede.

Brooks dopo tre anni di ricerca in ambito biomeccanico ha realizzato Transcend (170 euro), una scarpa in grado di offrire il supporto in fase di appoggio del piede solo quando serve, senza costringere eccessivamente ginocchia ed articolazioni. Il piede durante la corsa è tenuto fermo da una sorta di “culla” inserita nel tallone, la parte restante è quindi libera di muoversi in maniera naturale.

La tomaia è priva di cuciture e con un sistema che integra i lacci nella parte superiore e si adatta perfettamente alle diverse forme dei piedi.

Posto che questo tipo di calzatura non è l’ideale per il mio stile di corsa, ho trovato buona la sensazione di movimento e di “feeling” con il terreno che la tecnologia inserita nella Transcend consente, sia in fase di rullata normale, sia durante gli allunghi. Pur non essendo molto veloce, la scarpa di Brooks è comoda, sin dalla prima volta che la s’indossa.

Per i non pronatori e chi ha un appoggio neutro, dopo i primi 40 minuti di corsa il supporto di fa sentire con un leggero fastidio, sia sul tallone sia sui lati, inoltre per chi è abituato ad un altro tipo di scarpa la suola può risultare leggermente rigida.

Detto questo resta da capire quale potrebbe essere realmente il target di riferimento di questa scarpa “ibrida”, forse un pronatore che però non ha bisogno di eccessivo sostegno, una nicchia abbastanza esigua e tutta da trovare. Il dubbio rimane, ma il brand americano negli ultimi anni – in ambito running shoes – ha sbagliato veramente poche mosse, siamo quindi curiosi di vedere se anche la Transcend seguirà questo trend.

 

 

 

 

#cityrunners motivation day

Milano, 9 febbraio 2013 – Per i #cityrunners è la volta del Motivation Day al lussuoso Aspria Harbour Club Milano. Ad aiutare tutte le persone coinvolte nel progetto ci pensano il mental coach  Patrizio Pintus e Davide Cassani, CT della nazionale italiana maschile élite di ciclismo e celebre commentatore televisivo.

 

Con la sua voce nasale che ricorda a tutti il Giro d’Italia, Cassani trova le parole giuste per ispirare i runner alle sgambate che li aspettano nelle settimane a venire, il tutto in una grigia e fredda mattinata invernale, tipica milanese: “dopo il lavoro, ieri ho corso tre chilometri per arrivare a casa mia, vestito con i jeans, avevo voglia di allenarmi, non importa dove e come“. Non solo esperienze personali però nel discorso di Davide, anche consigli pratici, merce molto preziosa per i tanti in sala che non hanno mai affrontato una gara:

– “piuttosto che non allenarvi, se siete stanchi e avete poco tempo provate a ridurre l’allenamento“;

– “una corsa lunga si affronta pezzo per pezzo e va divisa in più parti, non dovete pensare subito all’obiettivo finale“;

– “tenere le energie e andare forte nell’ultima parte di una maratona, è motivante perché vi trovate a sorpassare molti runner che, stravolti, hanno ridotto il passo“;

– “non è detto che in una giornata in cui non ci si sente in forma, non si possa fare il proprio personal best time, a me è capitato più di una volta“;

– “il mio tempo in maratona va dalle due ore e 45 minuti, alle quattro ore, dipende dal mio stato di allenamento e da con chi corro, però cerco sempre di dare il massimo, come quando correvo in bici“.

L’entusiasmo generale non manca anche ora che si entra nel vivo e gli allenamenti si fanno sentire.

Mi lasciano un po’ perplesso i commenti su scarpe e materiale – e il diverso tipo di approccio a questi prodotti – da parte di chi non ha mai corsa in vita sua. Rivolgendomi a questi blogger, provo a buttare lì qualche semplice concetto utile ad una valutazione non troppo personale delle scarpe, mi rendo subito conto che non viene del tutto recepito. Pazienza, anche questo è #cityrunners, nel bene e nel male.

Prossimo appuntamento tra due settimane, all’insegna di una corretta nutrizione, Stay Tuned.

 

 

La scarpa running del futuro

È modellata sulla forma del tuoi piede, stampata in 3d ed in grado di rigenerarsi in una notte o poco più.

Milano, 13 dicembre 2013 – A spingere più in là la frontiera della stampa 3d in ambito sportivo e quella del concetto di “organismo vivente” ci ha pensato il ricercatore Shamees Aden la settimana scorsa alla conferenza Wearable Futures dove ha presentato un innovativo concept di running shoes. La scarpa è realizzata in Protocells un materiale sintentico-biologico in grado di ripararsi automaticamente durante la notte grazie alla capacità di alcune cellule di reagire tra loro in relazione al calore, la pressione e la luce. Il materiale è unico per la sua costruzione e ha doti tali da poter essere modellato dalle stampanti 3d.

 

REATTIVA QUANDO SERVE

Dopo una scansione del piede del runner, la scarpa – che si ipotizza potrà essere pronta nel 2050 – sarà modellata attorno ad esso. Oltre a consentire un movimento naturale, le qualità del materiale la rendono reattiva quanto serve, in particolare durante l’impatto con il suolo. Quando non è utilizzata, la scarpa va risposta in un contenitore speciale dove un liquido innesca la reazione necessaria a rigenerare il tessuto e ripararlo. Prese singolarmente, le cellule del tessuto non sono vive, ma riesco a comportarsi come tali quando reagiscono immerse nell’apposito liquido. “La scarpa è in grado di comporsi in modo diverso a secondo del terreno su cui è utilizzata, con una maggior o minore reattività”, ha commentato Shamees Aden, “Protocells è il nuovo materiale hi-tech che si comporta come se fosse vivo”. Insomma, alla scarpa del ricercatore manca solo la capacità di correre al nostro posto, peccato solamente che sia necessario aspettare così tanto.